Fisioterapia Valutativa
Cos’è?
Si tratta della prima seduta, è GRATUITA e dura circa 45 minuti.
L’obiettivo è valutare il problema del paziente, individuarne la causa e proporgli la soluzione.
Come si svolge?
Si compone di due parti: l’intervista e l’esame clinico.
- L’intervista è una raccolta dati, nella quale, tramite delle domande strutturate, il paziente parla del suo
problema ed il fisioterapista si fa una prima idea della causa.
– Esordio dei sintomi (trauma, sforzo fisico, movimento sbagliato e/o senza causa apparente);
– Caratteristiche dei sintomi (localizzazione, intensità e frequenza);
– Comportamento dei sintomi nelle 24 ore (mattino, pomeriggio e sera);
– Movimenti/Posizioni che scatenano i sintomi;
– Movimenti/Posizioni che alleviano i sintomi;
– Storia dei sintomi (da quanto tempo, se primo episodio o recidiva);
– Storia clinica passata (traumi, interventi chirurgici e/o patologie pregresse o in atto);
– Farmaci (terapie farmacologiche in atto);
– Salute generale. - L’esame clinico è un insieme di test fisioterapici, grazie ai quali il fisioterapista conferma l’idea che si
è fatto durante l’intervista.
– Osservazione generale (assetto posturale, atteggiamenti antalgici, volumi muscolari)
– Dimostrazione del movimento e/o posizione che scatena i sintomi
– Movimenti attivi (movimenti degli arti e/o del tronco)
– Palpazione dell’area sintomatica (dolorabilità, temperatura, consistenza, traspirabilità)
– Test di forza e di lunghezza muscolare
– Test neurodinamico (valutazione della sensibilità allo stiramento dei nervi)
– Test neurologico (valutazione della conduttività dei nervi)
Una volta confermata la causa, il fisioterapista propone al paziente la soluzione più appropriata al suo
problema.
Terapia Manuale
Cos’è?
Si tratta di un tipo di trattamento della durata di circa 45 minuti che si avvale di tecniche manuali di
diverso genere.
- Mobilizzazioni articolari.
L’articolazione ha dei piani di movimento e, quando c’è dolore, alcuni diventano, nel tempo, sempre più
limitati. La mobilizzazione permette di liberare il piano di movimento limitato e di ripristinare il
corretto movimento dell’articolazione. - Manipolazioni mio-fasciali.
Il muscolo è ricoperto da una fascia e, spesso, sia l’uno che l’altra possono irrigidirsi. Muscoli e fascia
sono come degli elastici che, se irrigiditi, non si distendono più come prima. Muscoli e fascia sono
attaccati alle ossa e, se non si distendono più come prima, i movimenti delle ossa che formano gli arti e/
o il tronco diventano più difficoltosi e, a volte, anche sintomatici. La manipolazione permette di ridurre
le rigidità, aumentare l’elasticità e ripristinare il corretto movimento degli arti e/o del tronco. - Tecniche neurodinamiche.
Il nervo è ricoperto da una sorta di guaina. La guaina, così come i muscoli e la fascia, può irrigidirsi e
perdere la sua elasticità. Anche in questo caso, a farne le spese sono i movimenti che, nel tempo,
diventano sempre più limitati e dolorosi. Tramite degli allungamenti di tutto il nervo, si riducono le
rigidità e si liberano i movimenti.
Come si svolge?
- A lettino e a seconda dell’area da trattare in diverse posizioni (supino, prono, sul fianco e seduto)
- Se la tecnica è passiva, significa che il fisioterapista fa le proprie manovre mentre il paziente sta
completamente rilassato. Per rassicurare il paziente e permettergli di rilassarsi, il fisioterapista spiega
sempre quello che fa e, a seconda della situazione, lavora sopra o sotto la soglia del dolore. Più dolore
non significa più efficacia o, comunque, non sempre. Per cui, il fisioterapista valuta e, poi, attraverso
una comunicazione continua con il paziente, soprattutto, in riferimento al suo dolore, regola le proprie
manovre.
Le manovre possono essere dirette sia sulle articolazioni sia sui tessuti molli come muscoli, fascia e
legamenti. In entrambi i casi, possono essere fatte sia con le mani, come ad esempio nelle prese, sia con
le dita, le nocche e, addirittura, i gomiti, come ad esempio nelle pressioni. - Se la tecnica è attivo-assistita, significa che, in questo caso, il fisioterapista, sempre tramite delle
manovre, guida il paziente, mentre attivamente esegue un movimento. In questo caso, le manovre sono,
soprattutto, dirette alle articolazioni e fatte con le mani a modi presa. Ovviamente, così come per le
tecniche passive, anche in quelle attivo-assistite, tramite una comunicazione continua con il paziente, il
dolore deve essere sempre tenuto sotto controllo.
Rieducazione posturale e del movimento
Cos’è?
Si tratta di un tipo di trattamento della durata di circa 45 minuti, nel quale, previa valutazione della
postura e dei movimenti sintomatici, si costruiscono degli esercizi specifici per il problema del
paziente.
Posture mantenute a lungo, come nel caso dei lavori sedentari, possono, nel tempo, scatenare sintomi di
diverso tipo come dolore, tensione, formicolii e intorpidimenti. Movimenti ripetitivi, come ad esempio
nelle catene di montaggio possono, allo stesso modo, scatenarli. La soluzione non è cambiare lavoro
ma trovare il modo di rompere il circolo vizioso. Circolo vizioso rappresentato da muscoli che, da un
lato, vengono continuamente attivati, irrigidendosi e, dall’altro, quasi mai utilizzati, indebolendosi.
L’obiettivo è proporre degli esercizi che, da una parte, rilassino e rendano più elastici i muscoli troppo
attivi e irrigiditi e, dall’altra, riattivinino e rafforzino quelli più deboli.
Esercizi che, poi, il paziente prosegue a casa, perché cambiare una postura o un movimento che magari
sono lì da anni, richiede tempo ma, soprattutto, una costanza e una continuità che, solo esercitandosi
anche a casa, possiamo avere.
Come si svolge?
Si compone di due parti: la valutazione e la costruzione degli esercizi.
- La valutazione serve ad individuare i compensi posturali e del movimento e la loro correlazione con il
problema del paziente. A questo proposito, vengono presi in esame quattro aspetti:
– L’allineamento posturale in piedi e gli eventuali compensi;
(ad esempio, piedi piatti, ginocchia valghe/vare, curve scoliotiche, scapole alate e via dicendo)
– I movimenti e gli eventuali compensi;
(ad esempio, piegarsi in avanti con il tronco, sollevare le braccia in alto e via dicendo)
– La lunghezza/rigidità muscolare;
– La forza muscolare. - La costruzione degli esercizi rappresenta la parte più attiva della seduta. Al paziente viene insegnato
come evitare i compensi, rilassando i muscoli troppo rigidi ed attivando quelli più deboli. Ciò è
possibile tramite dei movimenti proposti sotto forma di esercizi e facilmente riproducibili anche a casa.
Riabilitazione Ortopedica
Cos’è?
Si tratta di una branca della fisioterapia, il cui obiettivo è ripristinare i livelli di attività /abilità dei
pazienti post-chirurgici e/o post-traumatici. Per traumi, si intendono, ad esempio, le distorsioni di caviglia, i colpi di frusta e gli strappi muscolari. Per interventi chirurgici, si intendono, ad esempio, protesi d’anca/ginocchio, ricostruzioni di legamenti e fissazioni ossee.
In entrambi i casi, segue sempre un periodo dove, per via del dolore, del gonfiore e della rigidità muscolare/articolare, i livelli di attività/abilità del paziente si riducono, mentre i compensi aumentano.
Grazie alla riabilitazione, da subito, si interviene sul dolore, sul gonfiore e sulla rigidità
muscolare/articolare per, poi, proseguire con l’eliminazione dei compensi ed il ripristino dei livelli di
attività/abilità precedenti del paziente. Per alcuni, è il ritorno alla vita lavorativa e familiare di tutti i giorni mentre, per altri, come nel caso degli atleti, riguarda anche il rientro sul campo d’allenamento,
prima, e di gara, poi.
La riabilitazione include più tipi di trattamento, dalla terapia manuale alla rieducazione posturale e del
movimento; è il fisioterapista a determinare le varie fasi del percorso riabilitativo e, per ciascuna fase, il
tipo di trattamento più appropriato.
Come si svolge?
Essendo un percorso, si compone di più fasi, dove, in ciascuna seduta della durata di circa 45 minuti,
nel rispetto più assoluto dei tempi di recupero, vengono scelti i tipi di trattamento più appropriati.
- Nelle prime fasi, il focus maggiore riguarda il dolore, il gonfiore e la rigidità muscolare/articolare.
Questi tre aspetti vengono trattati tramite la terapia manuale e l’integrazione, fin da subito, di qualche
movimento attivo. Importante, infatti, dare fin dall’inizio uno stimolo attivo, sempre, però, nel rispetto
dei sintomi e dei segni quali, appunto, il dolore, il gonfiore e la rigidità. - Nelle fasi intermedie, una volta ridotti sensibilmente i sintomi ed i segni iniziali, i trattamenti attivi
come, ad esempio, la rieducazione del movimento e gli esercizi, prendono, sempre più, il posto di
quelli passivi. Infatti, è possibile aumentare i carichi e, quindi, gli stimoli attivi, di modo da poter
intervenire su tutte quelle attività/abilità come, ad esempio, il cammino che devono essere riportate ai
loro livelli precedenti e senza compensi. - Nelle ultime fasi, non essendoci più sintomi e segni di una certa entità, il trattamento attivo ormai
rappresenta la parte più importante del percorso. Stimoli attivi e carichi ormai sono arrivati al loro
livello massimo così come al loro livello massimo sono arrivate anche le attitivà/abilità del paziente
che può tornare alla sua vita lavorativa e/o sportiva quotidiana senza sintomi e senza compensi.