Riabilitazione ortopedica

Cos’è?
Si tratta di una branca della fisioterapia, il cui obiettivo è ripristinare i livelli di attività /abilità dei
pazienti post-chirurgici e/o post-traumatici. Per traumi, si intendono, ad esempio, le distorsioni di caviglia, i colpi di frusta e gli strappi muscolari. Per interventi chirurgici, si intendono, ad esempio, protesi d’anca/ginocchio, ricostruzioni di legamenti e fissazioni ossee.
In entrambi i casi, segue sempre un periodo dove, per via del dolore, del gonfiore e della rigidità muscolare/articolare, i livelli di attività/abilità del paziente si riducono, mentre i compensi aumentano.
Grazie alla riabilitazione, da subito, si interviene sul dolore, sul gonfiore e sulla rigidità
muscolare/articolare per, poi, proseguire con l’eliminazione dei compensi ed il ripristino dei livelli di
attività/abilità precedenti del paziente. Per alcuni, è il ritorno alla vita lavorativa e familiare di tutti i giorni mentre, per altri, come nel caso degli atleti, riguarda anche il rientro sul campo d’allenamento,
prima, e di gara, poi.
La riabilitazione include più tipi di trattamento, dalla terapia manuale alla rieducazione posturale e del
movimento; è il fisioterapista a determinare le varie fasi del percorso riabilitativo e, per ciascuna fase, il
tipo di trattamento più appropriato.

Come si svolge?
Essendo un percorso, si compone di più fasi, dove, in ciascuna seduta della durata di circa 45 minuti,
nel rispetto più assoluto dei tempi di recupero, vengono scelti i tipi di trattamento più appropriati.

  • Nelle prime fasi, il focus maggiore riguarda il dolore, il gonfiore e la rigidità muscolare/articolare.
    Questi tre aspetti vengono trattati tramite la terapia manuale e l’integrazione, fin da subito, di qualche
    movimento attivo. Importante, infatti, dare fin dall’inizio uno stimolo attivo, sempre, però, nel rispetto
    dei sintomi e dei segni quali, appunto, il dolore, il gonfiore e la rigidità.
  • Nelle fasi intermedie, una volta ridotti sensibilmente i sintomi ed i segni iniziali, i trattamenti attivi
    come, ad esempio, la rieducazione del movimento e gli esercizi, prendono, sempre più, il posto di
    quelli passivi. Infatti, è possibile aumentare i carichi e, quindi, gli stimoli attivi, di modo da poter
    intervenire su tutte quelle attività/abilità come, ad esempio, il cammino che devono essere riportate ai
    loro livelli precedenti e senza compensi.
  • Nelle ultime fasi, non essendoci più sintomi e segni di una certa entità, il trattamento attivo ormai
    rappresenta la parte più importante del percorso. Stimoli attivi e carichi ormai sono arrivati al loro
    livello massimo così come al loro livello massimo sono arrivate anche le attitivà/abilità del paziente
    che può tornare alla sua vita lavorativa e/o sportiva quotidiana senza sintomi e senza compensi.